Cambio di data causa Covid: che fine fa la caparra?
Ieri sera ero a cena con un’amica avvocato e parlavamo della situazione relativa agli spostamenti dei matrimoni a causa della pandemia.
In particolare ci siamo confrontate sulla questione della restituzione delle caparre già versate alle location.
La caparra già versata viene restituita?
La situazione sembrerebbe di facile risoluzione, perchè si tratta, apparentemente, di un “caso di scuola”.
Secondo l’art, 1463 Cod. Civ., infatti, “Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’indebito“.
Che, tradotto in italiano, significa che se i contraenti volevano adempiere ma è successo qualcosa, indipendente dalla loro volontà, che ha fatto sì che la prestazione non potesse essere eseguita, allora il contratto si risolve (= si estingue). E se è stata pagata una caparra, va restituita.
La norma si spiega considerando che nei contratti a prestazioni corrispettive ciascuna prestazione trova giustificazione nella prestazione della controparte: quindi, se una di esse viene meno, viene meno anche la causa che giustifica la controprestazione. Perciò, APPARENTEMENTE la caparra andrebbe restituita.
Il mio parere di giurista
Io ho dei dubbi in merito.
Perchè in realtà in questo caso la prestazione della location può essere eseguita. Solo non è stato possibile eseguirla nel momento previsto, per causa di forza maggiore (il covid). Ma del resto, nemmeno il matrimonio ha potuto essere celebrato.
Diverso sarebbe nella circostanza in cui, per esempio, il ristorante crollasse e quindi non esistesse più.
In questo caso, ovviamente la prestazione diventa impossibile da eseguire e quindi il contratto si risolverebbe e la caparra dovrebbe essere restituita.
Lo stesso varrebbe anche se i titolari avessero un diverso ristorante e proponessero agli sposi di trasferire lì il ricevimento, perchè gli sposi avevano scelto proprio quella location e quindi, essendo crollata, viene meno la causa della loro prestazione.
Il Sole 24ore, in risposta ad un quesito posto da una coppia, che potete leggere a questo link, sostiene la tesi iniziale, cioè che il contratto può essere risolto con restituzione della caparra.
La questione, quindi, è abbastanza controversa e ci sono vari fattori da considerare.
Soprattutto vanno vagliate le varie disposizioni regionali, va considerato se la data inizialmente scelta per il matrimonio era in periodo di pieno divieto di matrimonio, va valutata l’effettiva disponibilità della location ad eseguire la prestazione…
Ricordiamo sempre che la legge è interpretabile.
Quindi? Qual è il consiglio?
Innanzi tutto controllate sul contratto (avete un contratto, vero???) che avete sottoscritto con la location se ci sono delle clausole legate alla causa di forza maggiore.
Se non ci sono o non le trovate o avete dei dubbi o è scritto in legalese e non ci capite niente (circostanza più che comprensibile)… allora consultate un avvocato, prima di accettare delle nuove condizioni che non vi soddisfano appieno.
Può essere che la risposta vi sorprenda.