Faccia un passo avanti chi sapeva che si può scegliere la chiesa dove sposarsi.
Sono davvero tanti gli sposi che "cadono dal pero" quando scoprono che non sono obbligati a sposarsi nella propria parrocchia.
La tradizione vuole che ci si sposi nella parrocchia della sposa. Ma è possibile anche sposarsi nella parrocchia del luogo di residenza dello sposo. O in quella della casa dove la coppia andrà ad abitare dopo le nozze.
Queste sono le tre opzioni che non recano nessun problema nell’iter burocratico.
E, di regola, sono anche le tre opzioni per le quali il parroco non può esporvi un tariffario per l’utilizzo della chiesa per il matrimonio, ma potrà domandare solo un’offerta libera.
Perché la celebrazione delle nozze fa parte dei suoi doveri e le tre parrocchie citate sono quelle “di competenza” per gli sposi.
Tuttavia si può scegliere anche una chiesa diversa.
Per esempio, se gli sposi volessero convolare a nozze in quella bellissima chiesetta in cima alla scogliera dove si sono conosciuti... si può fare. Semplicemente ci sarà una procedura burocratica da seguire. Forse un po' complessa e un po' meno rapida del consueto, ma comunque possibile.
E, in questo caso, il parroco potrà chiedervi un prezzo preciso, perché voi non appartenete alla sua parrocchia e quindi è come se affittaste quella chiesa per il tempo della cerimonia. Che, per il parroco, può comportare dei costi, come far pulire poi il sagrato da riso e coriandoli, far rimanere il sagrestano (che di solito è uno stipendiato) oltre il consueto orario per aprire e chiudere la chiesa, ecc...
Da qui la possibilità di un tariffario.
Parrocchia o diocesi diversa
Parrocchia diversa, ma stessa diocesi
Se la chiesa “desiderata” si trova nella stessa diocesi di quella di appartenenza, semplicemente il parroco di quest’ultima dovrà dare il suo benestare alla celebrazione del matrimonio in altra parrocchia.
Tale via libera viene dato all’altro parroco con la trasmissione dell’attestato riassuntivo dei documenti di cui la coppia ha bisogno per sposarsi, unitamente al nulla osta del Comune di residenza, con allegato il certificato delle avvenute pubblicazioni civili.
Insomma, si tratta semplicemente di andare a parlare con il proprio parroco e spiegargli il motivo per cui ci si vuole sposare in un’altra chiesa.
Se lui non ha nulla da obiettare (a me non è mai successo, sono sempre stati tutti molto disponibili), si va a parlare con il parroco delle chiesa scelta per il matrimonio, per verificare anche la sua disponibilità e per fissare la data.
Infine, bisogna recarsi in Comune per fare gli stessi documenti che si farebbero per la chiesa di appartenenza; si consegnano al proprio parroco, che li trasmetterà, insieme al proprio benestare, al parroco della chiesa dove si terranno le nozze.
Parrocchia e diocesi diverse
In questo caso, quando anche la diocesi è diversa, l’iter è un po’ più lungo.
Il concetto di fondo è lo stesso e i documenti richiesti restano gli stessi.
Semplicemente non basta il benestare del parroco della parrocchia di appartenenza, ma occorre anche quello della Curia di cui fa parte detta parrocchia.
Quindi:
- andate dal vostro parroco per il suo consenso;
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andate dal parroco della chiesa prescelta per essere certi della sua disponibilità e per fissare la data (è importante farlo il prima possibile, perché c’è un solo registro matrimoni e quando una coppia si sposa in un’altra diocesi, il registro dev’essere spostato. Quindi ci può essere un solo matrimonio “esterno” al giorno);
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andate in Comune a fare i documenti civili e, una volta ottenuti, andate dal parroco di appartenenza a consegnarli. Egli li trasmetterà, unitamente ai documenti ecclesiastici richiesti, alla Curia per la vidimazione;
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una volta ricevuto il nulla osta della Curia, viene trasmesso il permesso definitivo al parroco della chiesa dove si terrà il matrimonio.
E a quel punto, i giochi sono fatti!
Lo so, è burocrazia fastidiosa. Sarebbe più semplice fare come in America, dove si chiede semplicemente la licenza di matrimonio e poi il celebrante comunica le avvenute nozze. Ci si sposa dove si vuole, con il rito che si vuole.
Giuro che è proprio così, l’ha spiegato Hillary Schepps in una delle interviste sul mio canale YouTube.
Vi piacerebbe questo tipo di modalità?