Per la serie “non è vero ma ci credo”…
Il matrimonio è una delle occasioni dove maggiormente si concentrano le tradizioni regionali – ma anche internazionali – e le superstizioni.
E’ un argomento, questo, che mi ha sempre affascinata molto e non so dire se io ci creda davvero o se sia solo curiosità per capire le ragioni che stanno dietro alle varie superstizioni.
Facendo qualche ricerca, ho trovato un bellissimo articolo di Maison Galateo, da cui ho tratto spunto per elencarvi, qui sotto, alcune delle tradizioni (o superstizioni?) legate al matrimonio.
Potete vedere l’elenco completo nel post originale.
- “Di venere e di marte, non ci si sposa e non si parte”.
Tralasciando la questione delle partenze (che se così fosse, nessuno più andrebbe via per il week-end), la tradizione vuole che non ci si possa sposare di martedì perchè è il giorno dedicato a Marte, il dio della guerra, e di venerdì perchè è il giorno della creazione degli spiriti maligni. - Lo sposo non deve vedere la sposa prima della cerimonia.
Questa tradizione deriva dai matrimoni combinati, quando il primo incontro tra gli sposi avveniva il giorno delle nozze. I due venivano tenuti separati in modo che non si vedessero, per evitare che lo sposo si ritirasse qualora non avesse gradito una sposa poco avvenente.
- Lo sposo non deve mai tornare sui suoi passi (es: rientrare in casa a prendere qualcosa che si è dimenticato).
Per tradizione, deve avere una persona di fiducia, in genere il testimone, che lo segue da vicino, calpestando la stessa strada che lo sposo ha appena percorso.
- Lo sposo deve prendere in braccio la sposa nel varcare la soglia di casa.
Questo deriva dal fatto che se la sposa dovesse inciampare nell’attraversare la soglia, sarebbe segno che le divinità della casa non la accettano con benevolenza. Prendendola in braccio, il novello marito risolve il problema all’origine. - La sposa deve indossare qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu e qualcosa di regalato (che sostituisce la monetina nella scarpa).
Questa tradizione deriva da una filastrocca popolare dell’epoca Vittoriana, che recitava così:Someting old,
something new,
something borrowed,
something blue,
and a silver sixpence in her shoe.
Qualcosa di vecchio rappresenta il legame della sposa con la sua famiglia di provenienza.
Qualcosa di nuovo si riferisce alla nuova vita con il marito.
Qualcosa di prestato, possibilmente da un’altra donna felicemente sposata, rappresenta l’idea di trasmissione di questa felicità.
Qualcosa di blu in rappresentanza di fedeltà, amore e purezza.
- La sposa non deve mai specchiarsi tutta intera, completamente pronta per recarsi alla cerimonia.
Per ovviare al problema, basta aggiungere un piccolo dettaglio appena prima di uscire, senza riguardarsi più allo specchio. - I confetti devono sempre essere cinque o comunque in numero dispari, in modo che non sia divisibile per due.
Voi ne conoscete qualcun’altra, magari più particolare e meno nota?