Sono davvero pochi, ormai, i matrimoni celebrati nella chiesa vicino casa e con il ricevimento nel ristorante dietro l’angolo.
Questo era un trend che andava moltissimo negli anni Ottanta e Novanta. Un po’ (ma poco) anche all’inizio dei Duemila. Adesso è una realtà decisamente superata.
Oggigiorno si macinano chilometri e chilometri, pur di trovare i luoghi perfetti per festeggiare questo giorno così importante. E anche chi si sposa con rito religioso, spesso lo fa fuori diocesi, andando a cercare le chiese più suggestive e particolari.
Ma questo comporta il rischio di incorrere in un errore di valutazione.
Che è proprio l’errore che spesso fanno gli sposi e di cui vi parlo qui sotto.
La distanza
No, non è la distanza il grande errore in questione.
O meglio. In parte sì.
Ma preso da solo sarebbe comunque gestibile.
Se una location è lontana dal luogo della cerimonia, fino ad un’ora di strada si può fare tranquillamente. E ormai anche gli invitati sono nell’ottica che sia una cosa di uso comune e nessuno protesta più.
L’errore che commettono spessissimo gli sposi – quando non hanno una Planner a farlo presente – è quello di non considerarla affatto, la distanza!
E, ovviamente, anche le tempistiche conseguenti.
Attenzione, non sto considerando quello che può essere un eventuale disagio degli invitati che devono prendere la macchina, fare molti chilometri e magari anche fermarsi fuori a dormire.
Di questo mi può dispiacere, ma sono dell’idea che siano sempre gli sposi a dover scegliere dove festeggiare le nozze. Gli ospiti, se ci tengono a condividere con loro questa giornata, si devono adattare.
Tuttavia, nei conteggi degli orari va sempre considerato il tempo necessario per andare da un posto all’altro. E anche gli eventuali inconvenienti che si possono creare lungo il tragitto. (N.d.R.: E’ una delle ragioni per cui dicevo che preparare una timeline della giornata è importante).
Vi faccio due esempi pratici di due matrimoni in cui gli sposi avrebbero dovuto ragionare maggiormente su queste tempistiche.
Ricevimento a pranzo
Nel primo dei due esempi vi racconto di un matrimonio mattutino.
Significa che il ricevimento era stato organizzato come pranzo e, dovendolo iniziare ad un orario ragionevole, non oltre le 14:00, si è dovuto ragionare a ritroso per fissare l’orario della cerimonia.
Gli sposi avevano scelto una location distante circa 50 km, di cui l’ultimo tratto completamente su strade di montagna piene di tornanti, che richiedeva poco più di un’ora per arrivarci.
A questo si è dovuto aggiungere un margine di tempo, perché – essendo un sabato mattina della stagione estiva – il traffico su quella strada sarebbe stato davvero intenso.
Inoltre, bisognava considerare mezz’ora per le foto che gli sposi avrebbero fatto dopo la cerimonia.
Morale della favola, la cerimonia è stata fissata alle 10:30.
Conseguenza: tutti i tempi precedenti alla cerimonia sono stati strettissimi. Nessuno dei fornitori ha potuto sgarrare nemmeno di un minuto, altrimenti si sarebbe trascinato dietro tutto il resto, con effetto valanga.
Ricevimento a cena
In questo caso la cerimonia si è svolta nel primo pomeriggio, alle 15:00.
Poiché si trattava di un coordinamento e poiché gli sposi erano stati estremamente autonomi nell’organizzazione e non avevano mai domandato aiuto o consiglio, sono subentrata effettivamente nella gestione solo tre mesi prima delle nozze.
Appena ho visto gli orari per il ricevimento che gli sposi avevano indicato, mi sono resa conto che i conti non tornavano.
La distanza tra la chiesa e il ristorante era di circa 40 minuti.
Considerando un’ora di rito religioso, 15 minuti per le firme e per le foto all’interno della chiesa con genitori e testimoni, l’uscita degli sposi, baci e abbracci, mezz’ora per le foto di coppia…
Tra l’inizio della cerimonia e l’arrivo in location servivano circa due ore e quaranta, cioè le 17:40. Salvo imprevisti.
E sapete che orario avevano dato gli sposi come orario di arrivo?
Le 17:00.
Ma mica solo alla location. L’avevano comunicato anche ai musicisti che dovevano suonare all’aperitivo e che erano pagati per solo due ore. E anche agli ospiti che sarebbero arrivati direttamente al ristorante, saltando la cerimonia.
Fortunatamente in questo caso c’era la sottoscritta, che ha risistemato gli orari e inviato le comunicazioni a chi di dovere.
Ma se così non fosse stato, vi immaginate cosa sarebbe successo?
Vi do solo uno spunto.
I musicisti, per esempio, essendo pagati solo per due ore a partire dalle 17, avrebbero potuto smettere di suonare alle 19, lasciando così un “buco” nella musica di almeno 40 minuti. Oppure avrebbero potuto chiedere un integrazione al loro compenso, per fermarsi più dell’orario pattuito.
Bello, eh?
La cosa giusta da fare
Scherzo (ma non così tanto).
Le cose da fare sono molteplici.
- Prima di mettervi in moto per guardare qualsiasi location vi piaccia, valutate dove volete fare la cerimonia. Fate un conto dei tempi e datevi un numero massimo di chilometri da percorrere.
- Se vi è indifferente dove fare la cerimonia, pensate se farla direttamente in location (se civile o simbolica) oppure in una chiesa vicina al ristorante.
- Tenete sempre in considerazione che prima della cerimonia ci sono sempre trucco e parrucco, che portano via parecchio tempo… ma questo (alert spoiler!!) sarà l’argomento del prossimo articolo.