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Tutto normale? A volte sì e a volte no...

Siamo a metà estate e questo significa che siamo anche a circa metà della stagione dei matrimoni.

Mi trovo a ripensare ad un matrimonio a cui ho lavorato quest’anno e che si è celebrato circa un mese fa, il 6 luglio.

Si tratta del matrimonio di Marta e Santi e per capire bene qual è stato il risultato finale, potete leggere l’articolo pubblicato da Sposi Magazine alcuni giorni fa. Oltre alle foto di questo articolo, scattate da Patrizia Cogliati e Pietro Sorano, fotografi del matrimonio.

Ma, appunto, quello è stato il risultato finale.
Adesso riavvolgo il nastro e faccio una riflessione su alcune cose accadute durante l’organizzazione, su alcune scelte fatte dagli sposi e su cosa effettivamente è normale che capiti… anche se agli sposi non sembra proprio.

Tutto questo per dire che anche nel matrimonio che alla fine risulta essere il più perfetto del mondo, ci possono essere degli intoppi durante il percorso (e ci sono sempre), ma non bisogna lasciarsi in alcun modo scoraggiare, perché tutto si risolve.

Pensate di poter indovinare qualcosa?

Coordinamento rinforzato

Io e gli sposi abbiamo iniziato a lavorare su questo matrimonio nel mese di settembre 2023, quindi circa 9 mesi prima delle nozze.

La prima particolarità è stata che – siccome io sono di Milano e loro sono di Bologna – per via della distanza abbiamo deciso di trattarlo come un “coordinamento rinforzato“.

Normalmente nel servizio di coordinamento, gli sposi fanno autonomamente tutte le scelte riguardo a tema, palette colori, fornitori, ecc… e io entro in scena circa 3 mesi prima delle nozze, subentrando a loro nella gestione di tutto e nelle comunicazioni con i fornitori.

Io includo sempre nel coordinamento anche la consulenza illimitata, ma non sempre gli sposi ne usufruiscono. O magari ne usufruiscono solo in piccolissima parte.

In questo caso, invece, con Marta e Santi abbiamo fatto dei check periodici, con delle call quasi ogni settimana, per 2-3 ore ciascuna. E ci siamo sentiti ogni giorno sul gruppo whatsapp dedicato.

In questo modo loro hanno effettivamente svolto la parte operativa dell’organizzazione, ma tutto era progettato insieme e coordinato da me… “da remoto”, potremmo dire.

E poi ovviamente non sono mancate le trasferte sul posto, per conoscere i fornitori e vedere i luoghi di cerimonia e ricevimento.

Questione abito

In tutti i matrimoni ci sono dei momenti critici nell’organizzazione, perché si collabora con un discreto numero di professionisti diversi, ciascuno dei quali è abituato a lavorare in un modo diverso e non sempre le cose si incastrano a dovere fin da subito.

Per quanto riguarda questo matrimonio in particolare, gli ingranaggi che nel percorso hanno avuto bisogno di una bella oliata sono stati:

  • l’abito (soprattutto di Marta, ma anche Santi ha avuto il suo…)
  • la parte di fai-da-te
  • il coro per la cerimonia in chiesa

L’abito è stato impegnativo fin da subito.
Pariamo col dire che non era il classico abito da sposa, bensì un abito da cerimonia, quindi in teoria doveva essere più semplice da trovare e da sistemare.

Dopo una prima prova non andata a buon fine in un negozio, la sposa prende un appuntamento in un noto atelier di zona (di cui non faccio il nome, mi riservo di lasciare una recensione nelle opportune sedi), che dispone sia degli abiti da donna che da uomo. E infatti anche lo sposo si è servito nello stesso negozio.

La faccio breve?

Al di là dei vari “Ma non si usa così” delle assistenti alla vendita, che avevano una visione molto tradizionale e poco elastica della sposa (su tutto, dalla scelta di un abito da cerimonia al tipo di gioiello che desiderava indossare), inizialmente sembrava andare tutto bene… fino alla seconda prova.

Le modifiche concordate alla scollatura sulla schiena, fondamentali per la sposa (e dichiarate tali fin da subito), secondo la nuova assistente alla vendita non erano possibili, nonostante ci fossero state ampie garanzie in merito al primo appuntamento. Poi sono diventate possibili ma non esisteva sulla faccia della terra una stoffa che potesse andar bene e quindi avrebbero usato un pezzo della stola.

Stola che poi, alla terza prova, era sparita. Volatilizzata, evaporata.
Ma tutto sommato era il meno, considerando che le sarte avevano sbagliato a tagliare la stoffa facendo le modifiche e quindi l’abito era venuto tutto storto. A dieci giorni dal matrimonio.

Ma tranquilli, si è risolto tutto.
Più o meno.

L’abito della sposa è stato sistemato e andava bene. Almeno fino alla fine della cerimonia, poi man mano, nel corso del ricevimento, si è lasciato un po’ andare… ma nessuno si è accorto di nulla ed è stata provvidenziale una giacchina bianca indossata a fine serata.

L’abito dello sposo, partito molto meglio, ha ceduto inesorabilmente a fine serata, ma questa magari ve la racconto dopo.

La cosa che mi sento di dire è che qui la sposa ha tutto il mio rispetto, perché ha tenuto duro, è rimasta fedele a sé stessa e alle sue scelte e non si è fatta convincere a prendere qualcosa di diverso da quello che voleva. Nel miglior stile rock.

Ed è quello che consiglio a tutte le spose: non fatevi convincere a fare qualcosa di diverso da quello che sentite. Non rinunciate a ciò che desiderate perchè vi sembra complicato o deludente per altre persone. Andate dritte verso ciò che volete voi. Gli altri se ne faranno una ragione.

La questione del fai-da-te

Quando si inizia ad organizzare il matrimonio si è focalizzati sul risultato finale. C’è un sogno ed è bellissimo, agli occhi degli sposi, progettare come realizzarlo.

Quello di cui non si rendono conto (soprattutto la sposa) è la quantità di stress che questo comporterà.

Inutile indorarvi la pillola, la realtà dei fatti è che tutte le spose, in un momento o nell’altro, cedono sotto la quantità di cose da fare e sotto gli imprevisti che si accumulano e vanno in crisi.
A volte si tratta di un semplice momento di down, altre volte si arriva al classico “molliamo tutto e scappiamo“.

Ovviamente con una Planner è molto più facile, quando si fa tutto da soli il livello di pressione è maggiore e più impattante. Ma esistono degli accorgimenti che potrebbero svoltare la situazione: uno di questi è ridurre al minimo (se non eliminare proprio del tutto) il fai da te.

Lo so che ci sono dei costi che le spose vorrebbero abbattere perché sembrano inutili, perché “Che ci vuole a mettere i confetti nelle scatoline, posso farlo io, inutile pagare quel 20% in più per questo servizio“. Certo, puoi farlo tu, ma mettiamo sotto la luce i dettagli che non vedi.

  • I confetti non possono essere messi sfusi nelle scatoline, devono essere inseriti nei sacchettini per uso alimentare. Altrimenti non è igienico. Inoltre il caldo tende a sciogliere lo zucchero dei confetti e tutte le scatoline si macchierebbero. Quindi devi anche comprare i sacchettini. Della misura giusta, mi raccomando.
  • Le scatoline sono piramidali (nel caso del matrimonio di Marta e Santi, a cui mi riferisco, erano così), quindi non ci stanno cinque confetti di cioccolato, perché sono più cicciosi. Quindi o ne metti solo tre, ma viene abbastanza misero. Oppure li metti tutti alla mandorla, ma volevi il cioccolato. Oppure fai una prova se mettendoli misti ci stanno, ma ci metti più tempo a confezionarli.
  • Le scatoline vanno chiuse con due nastrini piccoli piccoli, facendo il fiocchettino. Serve un po’ di manualità e tanta, tanta, tanta pazienza.
  • Quando inizi ad organizzare e pensi al fai da te, di solito ci sono sempre amiche o parenti che si offrono di aiutarti. Di solito la frase è: “Non stare a fare anche questa spesa, ti aiuto io e vedrai che ce la sbrighiamo in una serata“. Poi però succede che queste persone hanno anche una vita (come è giusto che sia) e tra famiglia e lavoro non è sempre semplice star dietro alle scadenze organizzative del matrimonio. Quindi tipicamente la sposa si trova a dover fare tutto da sola e quella che doveva essere una piacevole serata tra una chiacchera e una scatolina, diventa un tour de force di tre serate a ritmo serrato. Sotto data di nozze, perché o hai una cantina molto fresca dove mettere le bomboniere pronte, oppure devi farle all’ultimo per evitare che lo zucchero si sciolga rimanendo al caldo per troppo tempo.

Dopo che tutte le scatoline erano state fatte e sistemate, ho chiesto a Marta se ne era valsa la pena di risparmiare quel 20%: la sua risposta è stata un secco no e che se mai dovesse trovarsi in una situazione come questa, sarebbe felice di far fare tutto al fornitore, anche a fronte di un prezzo maggiore. Perché sarebbe ben speso.

Il coro

La cosa che ha fatto davvero entrare in crisi Marta è stata la questione del coro per la cerimonia in chiesa.

Gli sposi, devo dire, hanno fatto tutto a modo. Hanno chiesto al coro la disponibilità a cantare con largo preavviso e in teoria il coro si è subito attivato per far avere una risposta… che però è mancata in via definitiva fino a 10 giorni prima delle nozze, quando finalmente tutto si è risolto.

Prima dovevano capire quanti sarebbero stati. Poi hanno detto di sì ma dopo hanno corretto dicendo che però era in realtà un forse perché non sapevano se ci sarebbe stato l’organista. Che poi davvero non c’era, ma c’era il chitarrista. E quindi secondo loro non veniva bene, nonostante gli sposi continuassero a dire che a loro piaceva anche solo con la chitarra. Poi hanno dato il contatto di un referente, ma in corsa hanno dato il numero di un’altra persona… che però a quanto pare non comunicava con il resto del coro, quindi era come un dialogo tra sordi.

Poi è saltata fuori la questione che erano pochi e sarebbe servito un rinforzo e l’ideale sarebbe stato se qualche invitato si fosse unito a loro. Detto fatto, con tutti gli amici musicisti presenti al matrimonio!! Sì… peccato che poi il coro non fosse mai disponibile per una prova. E non avesse dato conferma definitiva dei canti, ma noi dovevamo andare in stampa con i libretti.

Lo confesso, è stato il momento più critico di questo matrimonio anche per me, che avrei voluto essere sul posto per poter prendere in mano la situazione, a costo di andare a suonare il citofono ai coristi, uno per uno.

Normalmente i cori parrocchiali sono abbastanza veloci nelle risposte e loro per primi hanno interesse a definire la lista dei canti, per potersi scadenziare delle prove. Tuttavia può capitare che i cori meno organizzati entrino in questi loop dove nessuno parla con nessuno e non se ne esce se non alzando la voce.

Quello che consiglio è tenere aperte delle opzioni per un possibile piano b. Informarsi con le parrocchie vicine se i loro cori sarebbero eventualmente disponibili, oppure capire se c’è un organista che – in caso di emergenza – possa suonare e cantare almeno i canti fondamentali come l’Alleluja e il Santo.

Comunque per Marta e Santi alla fine si è concluso tutto bene. E’ saltato fuori un pianista, la marcia nuziale l’ha suonata l’insegnante di canto di Santi e gli invitati sono riusciti a provare in extremis insieme al coro.

E poi, da ultimo, c’è stato un imprevisto decisamente rilevante e che poteva seriamente compromettere la giornata.
No, non un temporale e nemmeno un tornado. Peggio.

La mamma della sposa, il giorno prima delle nozze, ha fatto un movimento sbagliato ed è rimasta completamente bloccata con la schiena.
Purtroppo, per suoi problemi di salute, non può assumere farmaci. E sinceramente, voi ce la vedete una contrattura o stiramento muscolare risolto in meno di 24h con l’arnica?? Io sono figlia di un medico e questo rasenterebbe il miracolo, per la mia esperienza.

Eppure il miracolo è successo.

Io ero già pronta a farla portare in giro per la location con una sorta di caddy che il location manager ci avrebbe messo a disposizione e che solitamente viene usato per il trasporto di materiali e cibo da una parte all’altra del parco. E invece non è servito.

Per carità, non stava certo una favola. Ma vorrei fare una menzione d’onore per questa donna che per il matrimonio di sua figlia ha sfoderato un bastone e armata di coraggio e buona volontà si è fatta tutto il giorno di nozze senza perdere nemmeno un minuto. Penso che sia stato davvero un grandissimo gesto d’amore.

In definitiva cosa posso dirvi? Che il matrimonio richiede un’organizzazione bella tosta, che non è semplice e che è giusto che sia così perché se hai un sogno e vuoi realizzarlo, servono energie e impegno.

E’ normale che ci siano degli intoppi, ma se le cose si affrontano con calma e determinazione, tutto si risolve.