Per chi di voi ancora non lo sapesse, il fenomeno Matrimonio a prima vista è una trasmissione televisiva in onda sul canale Real Time (canale 31 DDT), proposta sotto forma di reality e mutuata dalla versione originale danese Married at first sight, che si pone l’obiettivo di creare nuove felici coppie sposate tra… perfetti sconosciuti.
Sì, avete capito bene, si tratta di matrimoni organizzati al buio, senza cioè che i due protagonisti del lieto evento si siano mai incontrati prima di giungere all’altare.
Già mi sembra di sentire il brusio di voi lettrici e lettori, le parole di indignazione di chi grida allo scandalo mischiate a quelle di chi si starà chiedendo “perché no?”.
Bene, per capire meglio in cosa consista questa proposta di intrattenimento, andiamo a spulciare insieme il format.
Il Format
Prendete sei single che non si sono mai incontrati prima, formate tre coppie utilizzando solamente i loro profili psicologici, qualche test attitudinale e le loro schede informative e poi sotto con i preparativi e i fiori d’arancio per arrivare al giorno del fatidico e legalmente valido “sì”. Questo è solo l’inizio del reality show.
Ok, chiudete quelle bocche spalancate perché - per quanto da parte dei concorrenti, sposarsi al buio sia un azzardo non da poco - esiste una scappatoia nel caso in cui la relazione non dovesse funzionare.
I novelli sposi hanno infatti alcune settimane di tempo (diminuite fino a quattro nel corso delle stagioni, all’inizio erano sei mesi!) per consumare la luna di miele e per conoscersi, conoscere le rispettive famiglie, gli amici e capire se “questo matrimonio s’ha da mantenere” oppure no.
Al termine di questo periodo di prova i concorrenti (ammetto tutte le mie difficoltà a chiamarli sposi…) potranno confermare la loro volontà di rimanere sposati oppure, nel caso in cui non fosse scattata la scintilla, il divorzio potrà piombare come una scure liberatrice sui loro anelli e le eventuali spese legali ricadranno sulla produzione.
Per completezza d’informazione è giusto sottolineare che non è previsto alcun cachet o rimborso per i partecipanti al docu-reality, le uniche spese a loro favore sono quelle effettuate dalla produzione per il noleggio degli abiti da cerimonia e per il viaggio di nozze organizzato.
Insomma, se volete avventurarvi in questa esperienza, sappiate che ci si guadagna solo in visibilità.
Gli Esperti
La gestione di questo esperimento sociale televisivo è stata affidata a nomi scelti tra i maggiori esperti nel proprio settore, quali Nada Loffredi (sessuologa e docente di Psicologia Generale, nonché blogger per D – La Repubblica delle donne ), Mario Abis (sociologo e professore all’Università IULM di Milano ) e Andrea Favaretto (esperto di comunicazione, life coach e fondatore della Unconventional Coaching School ).
Si tratta di un team ben assortito che, oltre al compito di formare le coppie con i metodi sopraccitati, ha anche quello di guidarle e aiutarle ad affrontare al meglio questo tipo di relazione molto particolare, curandone l’aspetto socio-sessual-comunicativo.
I Concorrenti
A fine Gennaio 2022 è partita l’ottava edizione (quinta stagione) del programma, che ha visto salire il numero totale dei cercatori di anima gemella a quarantotto.
Escludendo le tre coppie ora in gioco, rimangono ventuno matrimoni al buio organizzati dalla produzione e sapete quanti ne sono sopravvissuti ad oggi? Ben due, uno dei quali ha anche dato origine a un figlio!
Io non mi sarei aspettata nemmeno quelli ma d’altronde si sa, a volte l’amore è davvero cieco (e anche buio).
A dire il vero ben poche coppie hanno superato la soglia dei sei mesi di matrimonio, la maggior parte ha deciso di interrompere l’esperienza quasi immediatamente per palese incompatibilità.
Devo tuttavia segnalare un caso in cui si è realizzato un vero e proprio connubio: peccato che i due piccioncini fossero originariamente destinati a fare coppia con altri partner, dai quali si sono prontamente separati per iniziare la loro (felice?) storia. Alla faccia degli espertoni.
In ogni reality degno di questo nome, non possono ovviamente mancare le polemiche.
Il caso più eclatante, di cui si è occupato anche il Corriere della Sera, è stato quello di Wilma e Stefano, che hanno partecipato e si sono sposati nella seconda edizione della trasmissione, a novembre del 2016.
Come spesso accade in questo tipo di format, anche loro capiscono molto presto che la storia non avrà futuro, decidono quindi di separarsi legalmente ma qui cade la prima tegola: la data e il luogo del matrimonio depositati in comune non corrispondono a quelli reali. Fatto che complica non di poco la prassi burocratica.
Come cercano allora di uscirne i nostri separandi? Nel modo peggiore possibile, ovviamente.
Wilma e Stefano pensano bene di chiedere l’annullamento delle nozze in tribunale, adducendo di essere sottostati alle regole imposte dalla produzione solo per timore di essere obbligati a pagare la penale da 100mila euro.
Purtroppo per loro però il tribunale di Pavia non è stato dello stesso avviso, rispondendo agli sposi ormai pentiti che la decisione di convolare a nozze è stata presa in assoluta libertà, fatto che rende impossibile l’annullamento.