Il matrimonio di Marta e Santi è il perfetto esempio di questa tipologia di nozze.
Alla cerimonia tradizionale in chiesa (se tradizionale si può chiamare quella che ha solo fiori di stoffa appositamente creati e lancio delle bolle di sapone invece del riso), è seguito un ricevimento tra i vigneti delle colline bolognesi, in un agriturismo già noto agli sposi per le doti culinarie.
Ogni invitato, al suo arrivo, ha ricevuto un “VIP pass” come quello per l'accesso al PIT nei concerti.
La cena non è stata servita, ma ha avuto la formula del buffet, con i tavoli senza posti assegnati e sparsi tra le vigne.
Niente cibo gourmet, bensì una selezione di affettati romagnoli accompagnati da gnocco fritto e una grigliata di carne, esattamente come in una normale serata di festa tra amici.
Non sono mancate, ovviamente, le proposte vegane e vegetariane.
Il tutto accompagnato da... lambrusco? Noooo. Nulla di così semplice.
Gli sposi, appassionati di birra artigianale, si sono rivolti ad un piccolo birrificio locale per avere un "open beer" servito da una divertente ape car riadattata.
E dopo cena, oltre al dj set curato in onore di Boyler - un amico dj mancato qualche anno fa - gli sposi e gli ospiti si sono scatenati in un Rotation Stage, alternandosi sul palco per suonare e cantare dal vivo.
E' stato pazzesco e indimenticabile.